Agronomia

Perdite di azoto in primavera? Si gestiscono con il Test TAC!

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Estratto da Informatore Agrario N.17/2024

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Le primavere particolarmente piovose, co­me quella che stiamo vivendo in queste set­timane, sono un’arma a doppio taglio per mais e frumenti: se da una parte rasserena­no gli animi degli agricoltori sulle disponibi­lità idriche future, dall’altra li agi­tano perché le piogge si «porta­no via» l’azoto dai campi.

Il fertilizzante azotato all’inizio della primavera è particolarmente suscettibile a perdite in tali condi­zioni, soprattutto la forma nitrica (NO3-) presente nel suolo. Il feno­meno della lisciviazione dell’azoto è però un meccanismo complesso che met­te in relazione determinate reazioni e forme chimiche, temperatura e umidità, ma al di là dei motivi che lo causano, fondamentale per l’agricoltore è avere un’indicazione pre­cisa di quanto azoto è andato perso (se ne è andato perso) ed eventualmente quanto è necessario integrarne.

Valutare l'azoto presente in campo
«Per i seminativi, tra cui ovviamente il mais, elaboriamo un piano di concimazione in pre-semina per stimare l’apporto totale di azoto da fornire alla coltura e da frazionare tra pre-semina e copertura – spiega Ales­sandro Ferri, Europe analytical services ma­nager di Corteva – ma in fase di sarchiatu­ra la quota di azoto che si dovrà apportare è fortemente legata, oltre che al potenziale produttivo della coltura, all’andamento me­teo e anche all’efficienza delle fertilizzazio­ni chimiche o organiche effet­tuate in precedenza, che pur­troppo non è possibile stimare».

«Per questa ragione – continua Ferri – è opportuno rivalutare il piano di fertilizzazione pri­ma della sarchiatura attraver­so il Test dell’Azoto in Coper­tura (TAC), un servizio offerto da Corteva che prevede l’analisi della quota minerale azotata nel suolo in pre-sarchiatu­ra e il bilancio ottimale della fertilizzazione, basato su modelli di calcolo specifici per gli ambienti italiani (figura 1).


Figura 1: esempio di consiglio di concimazione azotata

Grazie a questa informazione possiamo sup­portare le aziende nel bilanciare in modo ot­timale l’apporto di azoto, garantendo la co­pertura dei fabbisogni in levata e durante la fase di riempimento delle cariossidi, ovvero nel periodo di massima asportazione».

I dati raccolti del team Corteva in questi an­ni di applicazione del TAC presso migliaia di aziende agricole in tutta Italia evidenziano l’efficacia di questo approccio. Come si no­ta dal grafico 1, infatti, nel 2019, anno ca­ratterizzato da elevate precipitazioni in in­verno e primavera, la percentuale di azien­de che hanno avuto necessità di apporti di azoto in copertura superiori ai 125 kg/ha è stata significativamente più elevata rispet­to al 2018, anno con minori precipitazioni.


Grafico 1: confronto 2018-2019 tra le aziende (%) in cui è stato consigliato un apporto di azoto in copertura. Clicca per ingrandire

«I risultati delle analisi, che vengono effettuate nel giro di un paio di giorni presso il Corteva Agrolab, si traducono in un consiglio di con­cimazione azotata aggiornato al­la reale situazione di campo», aggiunge Ferri.


Figura 2: analisi della quota minerale azotata nel suolo

Conoscere i parametri per irrigare razionalmente
Sempre in tema di imprevedibilità e soprat­tutto di estremizzazione delle precipitazioni nei periodi chiave per le colture primaverili, il Corteva AgroLab offre, all’interno del Rappor­to di analisi del suolo, un nuovo report idrolo­gico (figura 3), «con la valutazione di tutti quei parametri, come capacità di campo, punto di appassimento e acqua disponibile, indispen­sabili per razionalizzare l’impiego di acqua ir­rigua, gestendola in modo intelligente», con­clude Ferri.


Figura 3: esempio di report idrologico del terreno