Redditività e sostenibilità coltivando il mais, oggi si può.
I risultati preliminari del Pioneer Sustainability Program.
Estratto da Terra e Vita 12/2024.
I risultati preliminari del Pioneer Sustainability Program.
Estratto da Terra e Vita 12/2024.
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Il principale obiettivo dell’agricoltura intensiva moderna è quello di ridurre l’impatto ambientale incrementando i livelli produttivi. Partendo da questo concetto, Pioneer Hi-Bred Italia ha costruito un percorso fondato su solide soluzioni tecniche e sulla conoscenza dei suoli e dei reflui, per affiancare i coltivatori nell’adozione delle più innovative tecnologie agronomiche e digitali per produrre mais italiano in modo sostenibile da un punto di vista ambientale e agronomico. Proseguendo in questo percorso, Pioneer ha messo a punto una nuova tipologia di sperimentazione agronomica chiamata Pioneer Sustainability Program, che mira ad implementare e valutare nuove strategie che supportino le rese e la valorizzazione sostenibile delle risorse, per salvaguardare la redditività aziendale.
Dal Pioneer Sustainability Program nasce la prima strategia per una gestione “razionale” dell’azoto, che combina l’utilizzo di due innovative tecnologie sviluppate da Corteva Agriscience:
I vantaggi in termini di rese e miglioramento nell’utilizzo efficiente degli input azotati sulla coltura, dato dalla combinazione delle due soluzioni, sono comprovati dai risultati di prove parcellari implementate dal team agronomico Corteva negli anni 2021, 2022, 2023 e che continueranno nel 2024.
Gli obiettivi
L’obiettivo dell’attività è di valutare e quantificare tramite la metodologia del Life Cicle Assessment (LCA) i benefici agronomici, ambientali ed economici usando le migliori soluzioni tecniche. Gli studi LCA sono stati condotti dal Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli Studi di Milano, mentre Corteva ha in carico la gestione degli aspetti agronomici della prova.
Per le prove 2023, che proseguiranno nel 2024, sono stati scelti contesti aziendali di riferimento: aziende zootecniche e biogas distribuite su tutto il territorio nazionale, in cui sono state confrontate in un appezzamento rappresentativo due gestioni agronomiche differenti:
1) Gestione agronomica standard, con approccio convenzionale dell’azienda;
2) Gestione sostenibile, con piano di fertilizzazione elaborato da Pioneer, in base alle analisi del suolo e del refluo effettuate presso il Corteva Agrolab. Inoltre, è stato ridotto il quantitativo di azoto distribuito in copertura, compensandolo con l’utilizzo di Instinct (1,7 L/ha in pre-semina) e BlueN (333 gr/ha nell’intervallo fenologico tra V3 e V8).
Numeri che parlano chiaro
In base alle informazioni preliminari raccolte finora sulla conduzione agronomica, sui macchinari, sulle ore di lavoro e sulla resa raccolta in ognuna delle 8 prove aziendali prese in esame, il gruppo di lavoro del prof. Bacenetti dell’Università degli Studi di Milano, ha eseguito l’analisi del ciclo di vita (LCA) con software Simapro® secondo le norme ISO 14040:2006 (Environmental management - Life cycle assessment - Principles and framework) e 14044:2006 (Environmental management - Life cycle assessment - Requirements and guidelines). Sono stati valutati tutti i principali indicatori di impatto ambientale per i due approcci gestionali.
In tabella 1 sono riportati i risultati preliminari derivanti dalle prove relative alle 8 aziende coinvolte nel 2023. A fronte di un aumento medio dell’8% di resa nelle diverse tipologie di produzione del mais (trinciato, granella, pastone), nella gestione sostenibile rispetto a quella aziendale, lo studio ha evidenziato come l’approccio sostenibile proposto da Pioneer abbia prodotto una riduzione in tutte le categorie di impatto, agendo in particolare su quelle di maggior interesse per i processi agricoli.
Tabella 1: Riduzione delle principali categorie di impatto ottenuta con l'approccio sostenibile proposto da Pioneer.
Come evidenziato nella figura 1, relativo al solo impatto “cambiamento climatico”, valutato nelle aziende con produzione da trinciato, il beneficio viene raggiunto attraverso una drastica riduzione delle emissioni di protossido di azoto, ottenibili tramite la stabilizzazione del nitrato con Instinct e attraverso la riduzione dei fertilizzanti azotati distribuiti, raggiunta grazie all’azoto alternativo fornito alla coltura dalla fissazione fogliare ad opera di BlueN.
Fig. 1 - Impronta di carbonio per la produzione di trinciato di secondo raccolto: confronto tra le due gestioni agronomiche (clicca per ingrandire)
In media, infatti, l’approccio sostenibile ha permesso di ridurre l’impiego di fertilizzanti organici o di sintesi senza effetti deleteri sulla resa, che al contrario, in alcuni casi presi in esame, è risultata superiore rispetto a quella ottenuta con fertilizzazione convenzionale. Nel complesso, questo ha portato a una riduzione delle emissioni di CO2 equivalente di 12 kg per ogni tonnellata di prodotto. Nell’ottica di un nascente mercato dei crediti di carbonio, la strategia presa in esame si propone quindi come un valido supporto al bilancio aziendale e alla differenziazione delle produzioni italiane.