Soia in secondo raccolto: un’opportunità da più punti di vista.
Estratto da Informatore Agrario 18/2024.
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Negli areali tipici della sua coltivazione, la coltura della soia si presta ad essere inserita in secondo raccolto, principalmente in successione ai cereali a paglia e la colza. Nel corso dell’ultimo decennio, inoltre, la ricerca in campo genetico ha fornito varietà in grado di offrire risultati produttivi estremamente soddisfacenti sia in contesti agronomici storicamente più specializzati, come il Nord-Est, che in zone di recente introduzione della coltura, come ad esempio il Centro Italia, dove la soia non è più una comparsa sporadica, ma si sta inserendo progressivamente negli avvicendamenti colturali.
Nell’avanzamento genetico, tra gli altri progressi, si sono ottenute varietà più flessibili e con finestre di semina più ampie, sia nell’ottica di tutelare i coltivatori dall’imprevedibilità meteorologica legata al cambiamento climatico, che per valorizzare colture intercalari con semine più o meno tardive. Senza considerare che, rispetto al passato, negli ultimi anni il prolungamento dell’estate ha permesso di arrivare a raccolta anche a stagione più avanzata.
I vantaggi del secondo raccolto
Agronomicamente la soia è un’eccellente coltura in grado di lasciare una buona struttura del terreno e di aumentarne la fertilità. La possibilità di attuare rotazioni anche molto strette con varietà dedicate ai secondi raccolti, permette di valorizzare pienamente la stagione e nel contempo sfruttare l’azotofissazione per ripristinare un’adeguata fertilità, considerando mediamente almeno una cinquantina di unità a ettaro di azoto fissate e rese disponibili per la coltura in successione. La soia, inoltre, con il suo apparato radicale fittonante, contribuisce a ridurre la compattazione del suolo, migliorandone struttura, porosità e predisponendo il terreno a essere seminato in autunno con tecniche di agricoltura conservativa, come ad esempio in minima lavorazione. Non da ultimo, la disponibilità di varietà dedicate a semine più tardive apre a nuove opzioni per soddisfare con successo i requisiti di diversificazione richiesti dalla nuova PAC. Oltre alla più classica rotazione tra cereali a paglia e soia o tra colza e soia, già nella campagna 2023 alcune aziende agricole hanno potuto sperimentare con soddisfazione la rotazione tra mais precocissimi da trinciato e soia, che consente di ripetere la semina del mais nella stagione successiva.
Una nuova varietà dedicata alla seconda semina
Già da diversi anni la ricerca di Pioneer, ramo sementiero di Corteva Agriscience, si è concentrata sullo sviluppo di varietà di soia idonee a cogliere le opportunità economiche e agronomiche delle seconde semine e delle semine più tardive. Nella campagna 2024 sarà introdotta sul mercato la nuova varietà P005A74, appartenente al gruppo 00, che si presta alla semina fino alla seconda metà di luglio, arrivando a raccolta entro il mese di ottobre. «P005A74 appartiene alla gamma di soie denominate “serie A”, accumunate da un pacchetto di caratteri genetici che conferiscono prerogative agronomiche e qualitative superiori, eccezionale sanità ed eccellente tolleranza agli stress ambientali» spiega Giulio Loreggian, Product Manager colture oleo-proteaginose di Corteva. «A fronte dell’elevata precocità, il potenziale produttivo si è dimostrato eccezionale nelle prove condotte nelle scorse stagioni. L’elevatissimo vigore di partenza permette a questa varietà di recuperare rapidamente il ritardo sulla semina e di avviare molto presto i processi di nodulazione. L’ilo bianco e le caratteristiche qualitative la rendono adatta anche a impieghi nell’industria della trasformazione e in filiere destinate all’alimentare».
Varietà P005A74, seminata il 10 luglio 2023, durante la trebbiatura effettuata il 17 ottobre 2023.
Le raccomandazioni per le seconde semine
Per far sì che anche le semine più tardive della soia possano tradursi in una buona performance produttiva alla raccolta, è necessario che i coltivatori adottino alcuni accorgimenti agronomici di semplice implementazione e a costo zero. «Contrariamente a quanto si potrebbe pensare – spiega ad esempio Loreggian – è meglio far passare il minor tempo possibile tra la raccolta della coltura precedente e la semina della soia. Inoltre, in presenza di elevata umidità del terreno è consigliabile ridurre al minimo il calpestamento del suolo grazie anche alla possibilità di effettuare semine su sodo o semi-sodo a cui la coltura ben si presta». Tra gli altri aspetti importanti da tenere in considerazione vi è la scelta della densità di semina, che deve essere valutata in base alla varietà, all’epoca di semina, all’interfila e al tipo di seminatrice impiegata. Non da ultimo, la gestione dell’irrigazione deve essere ottimizzata per poter sostenere le piante nei momenti più critici del ciclo. «I 200 tecnici Corteva sul territorio possono offrire ai coltivatori un valido supporto per adeguare la tecnica colturale nell’ottica di valorizzare i secondi raccolti di soia» conclude Loreggian.