Raccogliere foraggi altamente digeribili permette di impostare piani alimentari efficienti in grado di supportare alte rese in latte. Per questo motivo, Pioneer ha lanciato in Italia nel 2020 il primo ibrido BMR, P2046, per offrire agli allevatori la possibilità di raccogliere un trinciato di mais che coniuga una superiore digeribilità della fibra con una ottima capacità di accumulare amido. L’esperienza raccolta in 30 importanti stalle di vacche da latte monitorate da Pioneer ha evidenziato che l’introduzione in razione del silomais BMR ha portato ad un significativo incremento dell’ingestione e della produzione media in latte/capo/giorno.
La sperimentazione Pioneer in azienda
Al momento della raccolta di P2046 sono stati effettuati dei campionamenti di trinciato verde per valutarne le caratteristiche qualitative e di digeribilità della fibra, avvalendosi della collaborazione del laboratorio statunitense Dairyland INC. Nella tabella e nel grafico sottostanti sono presentati i risultati dei campioni di BMR prelevati da 30 aziende agricole messi a confronto con campioni di mais convenzionale raccolti da appezzamenti vicini.
Tabella 1: confronto del profilo chimico-nutrizionale e di digeribilità tra silomais convenzionali e con genetica BMR
Grafico 1: comparazione dei valori di digeribilità (dNDF 30h, %NDF) di silomais convenzionali e con genetica BMR. Clicca qui per ingrandire.
I dati presentati in Tabella 1 evidenziano come il trinciato di mais BMR ha valori di sostanza secca e amido solo leggermente inferiori al trinciato di mais tradizionale, presentando tuttavia una digeribilità della fibra a 30h di ben 7 punti superiore. La caratteristica genetica del mais BMR rispetto ai mais tradizionali, ovvero il suo minor contenuto di lignina (-16%) e di fibra indigeribile o uNDF 240h % s.s. (-17%), permette di ottenere un trinciato di mais con una fibra significativamente più digeribile in tutti i confronti di campo valutati (Grafico 1)
Le caratteristiche di digeribilità dell’NDF influenzano direttamente il comportamento alimentare e la ruminazione dei bovini e si ripercuotono sulla digestione degli alimenti, sull'ingombro ruminale, sull’ingestione di sostanza secca e quindi anche sulla qualità e la quantità del latte prodotto. Per questi motivi la misurazione della digeribilità è fondamentale in nutrizione e razionamento. In generale l’ingombro nel rumine è ridotto con l’uso di foraggi BMR in razione che permettono di fatto un maggiore ricambio dell’NDF: le fibre vengono meglio digerite, degradate e hanno un passaggio nel rumine molto più veloce che determina un incremento di foraggio ingerito. Un concetto fondamentale da ricordare è che più fibra digeribile significa più energia attraverso una maggiore ingestione, con il vantaggio di una migliore salute ruminale e quindi più latte potenziale.
Questa considerazione è stata confermata dalle prove che Pioneer ha condotto tra il 2019 e il 2020 in 30 stalle della Pianura Padana in cui la mandria è stata monitorata a partire da circa un mese prima del cambio di razione con silo-BMR fino a circa un mese dopo. Nella Tabella 2 sono sintetizzati i dati principali raccolti in queste aziende e i dettagli delle due diverse razioni a base rispettivamente di silomais convenzionale e BMR.
Tabella 2: principali informazioni raccolte nelle aziende che hanno utilizzato silomais BMR in razione
Essendo questa tipologia di foraggio più facilmente digeribile, uno dei rischi che si possono correre, se la razione non è calibrata correttamente, è quella di avere livelli di fibra effettiva (peNDF) troppo bassi e quindi un passaggio ruminale troppe veloce. Per questo motivo tra i parametri che si è scelto di valutare ci sono la rumino-attività (che in tutte le prove è rimasta invariata) e la consistenza delle feci. Infatti, quando i livelli di fibra effettiva sono troppo scarsi, le feci possono apparire molli o inconsistenti, con poco odore, grigiastre, a volte con eccessiva presenza di muco o impilate con diverse particelle indigerite. A parità di lunghezza delle particelle e quantità di NDF, il BMR stimola meno la masticazione per cui è di fondamentale importanza monitorare la rumino-attività delle bovine e aumentare la peNDF della razione.
Per questi motivi gli alimentaristi americani, con alle spalle un’esperienza oltre che ventennale nell’utilizzo di silomais BMR, impostano le razioni con livelli di NDF compresi tra il 32-35% e peNDF tra 23-25%, valori leggermente più elevati rispetto alle diete convenzionali. Un ulteriore accorgimento riguarda la lunghezza di taglio che deve essere aumentata di 2-4 mm per aiutare a mantenere un tappeto ruminale corretto. Nel caso si utilizzi il sistema di trinciatura Shredlage non si consiglia nessuna variazione nella lunghezza di taglio.
Dalle prove condotte si è osservato che l’introduzione di silomais BMR in razione ha aumentato l’ingestione delle bovine del 6% portando ad un incremento della produzione di latte di 1,6 Kg/capo/giorno (Immagine 1).
Interessanti sono anche i parametri legati alla qualità del latte rilevati. Dall’analisi dei campioni di latte raccolti si è evidenziato un incremento del 2,5% nella % di Proteine T.Q (da 3,47 % a 3.56%) e un incremento dell’1.5% nella percentuale in Grasso Tal Quale utilizzando mais BMR. Questi risultati saranno confermati da ulteriori valutazioni in prove di stalla.
Come inserire il mais BMR in razione
La necessità di valorizzare al meglio questo foraggio di qualità e di minimizzare i rischi agronomici a cui si può andare incontro seminando più del 30% della superficie aziendale con P2046, ha portato i tecnici Pioneer a proporre tre diversi approcci che l’allevatore può valutare per impiegarlo correttamente in stalla:
Immagine 1: incremento medio della produzione di latte (kg/capo/giorno) misurata nelle stalle che hanno alimentato la mandria con razioni a base di silomais BMR
P2046, il primo mais BMR italiano