Mais BMR per vacche da Latte in transizione
Una nuova opportunità per aumentare le rese e diminuire lo stress in un periodo delicato.
Una nuova opportunità per aumentare le rese e diminuire lo stress in un periodo delicato.
Gli ibridi di mais Brow MidRib BMR per trinciato sono ormai inseriti da oltre due decenni nelle strategie di coltivazione e alimentazione di numerose stalle da latte statunitensi. Le ben note caratteristiche genetiche di questi ibridi li rendono “concentrati di fibre digeribili” che, con il 20-30% di lignina in meno, hanno un valore di dNDF (digeribilità dell’NDF) in media superiori di 4-10 punti rispetto agli ibridi convenzionali.
Dallo scorso anno, grazie allo sforzo della Ricerca Genetica Pioneer, anche gli allevatori e gli alimentaristi italiani stanno avendo l’opportunità di valutare i benefici di alimentare con un insilato BMR. Numerosi studi scientifici hanno già documentato gli effetti benefici che questa particolare categoria di silomais offre in stalla: ingestione più elevata della razione, migliori tassi di digeribilità e di transito ruminale, migliore salute del rumine perché più confacente alla fisiologia dei ruminanti. A questi aspetti nutrizionali si aggiuge la solida agronomia che questo ibrido ha dimostrato, e sta dimostrando, in campo: rese in sostanza secca comparabili agli ibridi tradizionali, alte percentuali in amido, minor contenuto di lignina che non riduce la stabilità di pianta ma anzi conferisce allo stocco maggiore elasticità e ne incrementa la flessibilità, ottimo vigore di partenza e tenuta del verde fino alla trinciatura.
Oltre a questi aspetti positivi, il mais BMR offre sempre nuove sorprese e possibilità per gli allevatori che sanno valorizzare al meglio questo materiale innovativo. Oggi una nuova osservazione è proposta dai ricercatori e dagli alimentaristi statunitensi più attenti: le vacche che iniziano ad ingerire BMR in pre-parto e nelle prime settimane post-parto mantengono una più elevata curva di lattazione anche dopo che il BMR in razione viene sostituito con silomais tradizionale. Il periodo di transizione è un momento cruciale per la vacca da latte in quanto i problemi che insorgono in questo momento possono causare anche notevoli perdite in latte rispetto alla produzione potenziale stimata. L’obiettivo deve essere quello di minimizzare il bilancio energetico negativo della vacca e massimizzare l’accumulo di energia con l’incremento di ingestione. In questo articolo abbiamo voluto analizzare i risultati di tre studi scientifici indipendenti e strutturati in modo molto simile, che hanno ottenuto risultati comparabili:
Queste prove di alimentazione avevano lo scopo di valutare la performance delle vacche da latte nel periodo di transizione da razioni a base di silomais BMR a confronto con razioni con silomais tradizionale. Per gli studi USDA e Cornel University è stato somministrato BMR e convenzionale alle vacche in lattazione nelle 3-5 settimane dopo il parto e poi alimentate solo con insilato di mais tradizionale. Per lo studio dell’Utah State, le vacche sono state invece divise in 2 gruppi pre-parto e 4 gruppi post-parto a cui è stato somministrato mais BMR o convenzionale nelle successive 20 settimane dopo il parto. Nella tabella seguente vediamo le differenze tra i diversi profili delle razioni con silo-BMR e silo-Convenzionale in asciutta e in lattazione.
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Da queste prove è emerso che il parametro dell’ingestione di sostanza secca (DMI dry matter intake) si è dimostrata significativamente maggiore nelle ultime 3 settimane di gestazione e si è mantenuto superiore anche nelle le prime 3-4 settimane post-parto (Grafico 1, Cornel University study). In generale il contenuto di NDF della razione e la sua digeribilità sono fattori di fondamentale importanza per l’ingombro del reticolo ruminale, il primo sito del rumine in cui può essere limitata l’ingestione. Questo ingombro è inferiore con foraggi BMR caratterizzati di fatto da un maggiore turnover dell’NDF: le fibre vengono digerite, degradate e hanno un passaggio nel rumine molto più veloce che determina un incremento di foraggio ingerito. La digeribilità dell’NDF influenza in maniera molto importante il tasso di ingestione della vacca e questo è particolarmente vero per il periodo di transizione.
Grafico 1 . Confronto dell’ ingestione di sostanza secca Kg/giorno (DMI, dry matter intake) con diete a base di BMR (BMRCS) e Convenzionale (CCS) durante il periodo pre-parto e post parto, seguito da un’alimentazione con razione di insilato di mais convenzionale dalla settimana 4 alla 15 (studio Cornell University, W.C. Stone et al., 2006).
La maggiore ingestione determina, di conseguenza, nelle vacche alimentate con BMR un aumento nella produzione di latte che si mantiene costante, in media 2 kg di latte in più al giorno, nelle prime settimane di lattazione rispetto al gruppo alimentato con insilato di mais convenzionale. È inoltre estremamente interessante il fatto che, in tutte e tre le prove di alimentazione condotte, questa maggiore produzione si è mantenuta dalla 4° settimana di lattazione fino alla 15° quando tutte le vacche erano ritornate ad essere alimentate con razioni aziendali (Figura 2).
Grafico 2. Confronto nella produzione di latte con diete di Controllo (Control 1 e Control 2) e BMR durante il periodo pre-parto e post parto, seguito da un’alimentazione con razione di insilato di mais convenzionale dalla settimana 5 alla 13 (USDA Forage Research Center)
Le considerazioni che possiamo trarre da questi studi sono diverse: alimentare con un insilato BMR può essere una grande opportunità per gli allevatori di vacche da latte che possono inserirlo con razioni ad alta inclusione di silomais, ma devono essere in grado di segregarlo in trincee dedicate. Non è quindi necessario disporre di mais BMR su tutta la superficie aziendale ma una strategia vincente è quella di utilizzarlo solo per le vacche pre e post-parto per poi passare a razioni con silomais convenzionale dopo il picco di lattazione. Il consiglio di Pioneer è quindi quello di seminare il mais BMR in purezza in campi ad alta fertilità, per differenziare i rischi agronomici con più ibridi mantenendo però alta la produzione dell’azienda. Si suggerisce quindi di seminare BMR sul 20-25 % della superficie aziendale segregandolo in trincee dedicate. In aggiunta, sarà importante gestire in maniera ottimale i silomais perchè avendo due fronti aperti e consumando da ciascuno meno prodotto, rispetto ad un fronte unico, va salvaguardata la stabilità del foraggio. In particolare l’insilato di BMR tende ad essere più soggetto ad instabilità aerobica sul fronte (riscaldamento) a causa di livelli più elevati di saccarosio nello stocco. Questa tendenza al riscaldamento all’apertura delle trincee può essere significativamente ridotta con l’uso di additivi di Lactobacillus buchneri di provata efficienza come Pioneer 11C33.
Concludendo, il periodo di transizione è un periodo chiave per la redditività aziendale e il benessere della bovina da latte in cui la scelta di una corretta alimentazione gioca un ruolo di fondamentale importanza per mantenere ottimale ingestione e migliorare il bilancio energetico della vacca. La possibilità da oggi di utilizzare mais BMR è una importantissima innovazione tecnica che, in questa fase delicata, permette una maggiore produzione di latte senza compromettere la salute dell’animale.
Ibrido BMR (Brown MidRib) Pioneer P2046 che si differenzia per la colorazione della venatura nella pagina inferiore delle foglie, visibile dallo stadio di 4° e 5°foglia.
Campo BMR seminato in provincia di Lodi il 10 Aprile 2020