Il cotonello o cocciniglia farinosa degli agrumi, è un parassita polifago della famiglia dei Rincoti. È un fitofago cosmopolita e polifago, dannoso per diverse colture agrarie, tra le quali gli agrumi e la vite.
Il cotonello vive in fitte colonie che si sviluppano su rami, foglie e frutti, preferendo le parti più riparate e ombreggiate della pianta, come quelle all’interno della chioma in prossimità dei frutti (peduncolo) e nelle zone di contatto tra i frutti e tra questi e le foglie. Le maggiori densità di popolazione vengono raggiunte soprattutto in condizioni di umidità elevata.
Il cui corpo delle femmine adulte (lungo 2-3 mm) è ricoperto di secrezioni cerose di colore biancastro e contornato da raggi cerosi che dà un aspetto farinoso all’insetto. Il maschio si differenzia morfologicamente dalla femmina per il colore bruno-rossiccio, per le dimensioni più contenute (1 mm) e per la presenza delle ali.
Planococcus citri compie 3-6 generazioni all’anno. L’insetto sverna come neanide nelle parti riparate della pianta (colletto, ritidoma e anfrattuosità varie della corteccia). In primavera, le femmine raggiungono la maturità sessuale, emettono un feromone sessuale e dopo l’accoppiamento depongono fino a 500-600 uova all’interno di un ovisacco ceroso dall’aspetto cotonoso. Le neanidi si distinguono dagli adulti per le minori dimensioni (circa 0,5-1 mm) e il colore giallognolo. Dopo la fuoriuscita dall’ovisacco e un breve periodo di torpore, le neanidi si disperdono nella pianta alla ricerca di un punto sul quale insediarsi ed iniziare l’attività alimentare. La dispersione neanidale può durare da poche ore a 3 giorni. Durante questa fase le neanidi, prive di riparo, sono particolarmente vulnerabili, per cui questo è lo stadio dell’insetto più sensibile ai trattamenti insetticidi. Di conseguenza, un’attività di monitoraggio, finalizzata a individuare il momento di dispersione delle neanidi, assume grande importanza nella scelta del momento migliore per eseguire l’intervento insetticida e renderlo più efficiente.
Planococcus citri determina sottrazione di linfa, immissione nei tessuti vegetali di saliva tossica e produzione di melata sulla quale si sviluppa fumaggine. Quest’attività può causare deformazione e cascola dei frutti. L’abbondante produzione di melata favorisce l’insediamento di funghi saprofiti visibili come fumaggine, che imbrattano la vegetazione e i frutti, con conseguente scadimento qualitativo e deprezzamento del prodotto. Le maggiori infestazioni si verificano nel periodo della tarda estate-autunno, soprattutto se le popolazioni primaverili sono state trascurate e hanno avuto condizioni climatiche e ambientali favorevoli allo sviluppo.
L’intervento insetticida può essere eseguita verificando la densità di popolazione su un campione di 10 frutti a pianta (su un totale del 5-10% di piante/ha), con un’infestazione che non deve superare la soglia del 5-10%. Può risultare importante controllare le formiche che hanno un ruolo importante nella diffusione di P.citri nell’agrumeto e nel disturbare l’attività dei nemici naturali del fitofago.